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La cardiologia è il ramo specialistico della medicina dedicato alla prevenzione, alla diagnosi ed al trattamento delle patologie cardiovascolari, si occupa cioè delle malattie e dei disturbi che interessano il cuore e le arterie.
Il medico specializzato in questa disciplina è il cardiologo che, nell’ambito di una visita cardiologica, effettua un’anamnesi accurata del paziente in cui raccoglie informazioni riguardanti abitudini e stile di vita, presenza di familiarità con patologie cardiovascolari, eventuali terapie farmacologiche assunte e la presenza di altre condizioni cliniche patologiche.
In seguito viene condotto un esame obiettivo con auscultazione del cuore ed esami strumentali. Tra questi ultimi il più utilizzato è l’elettrocardiogramma (ECG): si tratta di un esame non invasivo con l’applicazione di elettrodi, attraverso cui è possibile avere un tracciato preciso dell’attività cardiaca ed individuare aritmie e problematiche coronariche. Possono inoltre essere necessari ulteriori accertamenti, per cui il cardiologo può prescrivere indagini più approfondite come l’ecocardiografia, l’ecocolodoppler cardiaco e il test da sforzo.
Tra le patologie più comuni di interesse cardiologico si riscontrano aritmie, ipertensione, angina pectoris, aterosclerosi, scompenso cardiaco, infarto (cardiomiopatia ischemica) e coronopatie.
Il trattamento prevede l’impostazione di una terapia farmacologica e/o interventi chirurgici nelle problematiche più rilevanti per cui i farmaci non sono sufficienti a migliorare il quadro clinico.
È necessario rivolgersi al cardiologo per un controllo qualora si riscontrino sintomi che vanno ad inficiare la salute del cuore. In particolare si deve prestare attenzione in caso di colesterolo e pressione alti e presenza di dolori e fastidi prolungati al petto, alle spalle, al collo e alle braccia.
Visite cardiologiche periodiche sono fortemente indicate nei soggetti con familiarità per patologie cardiovascolari, diabetici e in gravidanza.
Ad oggi le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nel mondo, con una percentuale del 50% nei paesi sviluppati e del 25% in quelli in via di sviluppo.